Angela Pagnanelli è stata docente di Materie letterarie e Latino nei licei. Vive a Prato dove negli anni Ottanta, ha fondato con altri concittadini l’Associazione pratese Amici dei Musei e dei Beni ambientali. Ha organizzato corsi di formazione per docenti per la didattica museale e corsi di Storia dell’Arte nell’ambito dell’Educazione permanente degli adulti. È stata coautrice nel 1984 di una Guida dei Musei di Prato per l’editore Monti di Milano. Convinta dell’efficacia formativa ed educativa del teatro a scuola, ha organizzato, durante gli anni di insegnamento, dei laboratori teatrali rivolti agli studenti, centrati sulla scrittura drammaturgica e sulla messa in scena dei testi realizzati collettivamente. Ha redatto, durante la sua attività di docente, alcuni saggi di argomento letterario ad uso didattico e si dedica all’esercizio della traduzione di autori greci e latini, che ama rileggere per la loro forza comunicativa sempre attuale. Alla passione per la lettura unisce quella per la scrittura di testi in prosa e poesia per scoprire possibili orizzonti interpretativi di sé e del mondo. Nel 2018 è stata pubblicata una sua raccolta di poesie “Esercizi di perseverante attenzione” per la casa editrice Polistampa di Firenze; nel 2020 è uscito il primo romanzo poliziesco “Anelli di una catena”, seguito nel 2022 dal secondo giallo “Correre dietro al sole nell’ombra” per le edizioni Il Castello di Prato. Nel marzo 2022 è stata pubblicata da Persiani editore di Bologna la raccolta di racconti “Come i pesci nell’acquario”. Alla scrittura unisce l’interesse per la grafica e, a volte, a completamento dei testi aggiunge alcuni suoi disegni.
Presentazione del libro "Come i pesci nell'acquario"
Nome | Valore |
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Data | 29 settembre 2022 |
Ora | 17:00 |
Organizza | Biblioteca comunale La Smilea |

Corte di Villa Castello Smile | Ingresso libero
L'autrice
Sinossi
La raccolta, che comprende 12 racconti, ha il sottotitolo Racconti di solitudini e incontri a sottolineare il filo tematico delle storie centrate su personaggi che si trovano in situazioni di difficoltà relazionali e alla ricerca di una propria e autentica identità. Il tratto comune è lo stato di inautenticità che blocca l’azione e l’interazione dei personaggi come fossero in una condizione di realtà artefatta, in una sorta di “acquario” per l’appunto. In alcuni testi prevale un tono ironico, in altri l’atmosfera si fa più crepuscolare, con una prevalenza di parti dialogate. Alcuni personaggi preferiscono restare nel proprio guscio in cui si sentono protetti anche se consapevoli di scegliersi un’esistenza ingabbiata, altri preferiscono rischiare e tuffarsi in mare aperto curiosi di sperimentare nuovi percorsi di vita. Un racconto, in particolare, “Acquaragia, trementina, olio di lino, patate e spezzatino”, ha un’impronta più autobiografica in cui le figure femminili hanno da confrontarsi quotidianamente con le esigenze familiari a volte in conflitto con le proprie aspirazioni ed istanze di libertà nell’esprimere il loro mondo interiore.
Estratto dal racconto “Scilla”
“Scilla era più introversa, aveva un senso di inadeguatezza perenne fin dai primi anni, quando all’asilo, nei momenti di intervallo, si fermava a guardare la vasca al centro del giardinetto dei giochi. Era la grande vasca dei pesci rossi, sei, s’incantava a guardarli e tra questi ce n’era sempre uno che percorreva una traiettoria diversa e che era stato soprannominato da Scilla il pesce matto. Per lei quei pesci rossi erano diventati quasi il simbolo di una realtà indecifrabile con quel loro girare costante in tondo, tranne nelle soste per il mangiare o dormire. Ma c’era il matto che, invece, a tratti schizzava via dalla circonferenza e zigzagava a ritmo alterno, mentre gli altri cinque si muovevano sempre in tondo, lo stesso giro orbitale per tutta la vita. Chissà se provavano fastidio per quel cerchio angusto che delimitava le loro giornate?”